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GLENCORE E NESTLÉ: AZIENDE SVIZZERE PORTATRICI DI DISTRUZIONE

 

Vi chiedete perché tutti odiano Glencore?

19 marzo 2024

Alcuni fatti su questo gigante del commercio e dell’estrazione di materie prime.

Glencore è la società con il più alto fatturato in Svizzera. Con oltre 220 miliardi di dollari all’anno, si posiziona davanti a Nestlé, Zürich Insurance Group e Novartis.

Questo gigante del commercio e dell’estrazione di materie prime è una delle piu importanti aziende al mondo in termini di fatturato. Grazie alle sue speculazioni sulle risorse vitali e il commercio di combustibili fossili, in particolare di rame, nichel, cobalto, carbone, petrolio, prodotti agricoli, la multinazionale ha un acquisito peso enorme nel commercio globale.

Profitti derivanti da politiche neocoloniali e distruttive: le mani di Glencore sono sporche 

I folli profitti della multinazionale si fondano sull’espropriazione dei popoli indigeni, sul super-sfruttamento di centinaia di migliaia di lavoratorx in tutto il mondo e sulla distruzione su larga scala degli ecosistemi. In altre parole, Glencore persegue attivamente politiche ecocide e genocide, come quelle dirette contro il popolo Yukpa in Colombia, di cui parleremo nei prossimi post.

Finanziamento di paramilitari, corruzione, accaparramento di terre, deviazione di fiumi, inquinamento dell’acqua, del suolo e dell’aria, condizioni di lavoro disumane, sfruttamento dex bambinx, sfollamenti forzati: Glencore è un esempio lampante della distruzione sistematica orchestrata dalle multinazionali nell’ambito del sistema capitalista. La multinazionale agisce come potenza neocoloniale e imperialista: approfitta della destabilizzazione storica di alcune regioni e dei meccanismi del commercio internazionale per rafforzare lo sfruttamento e il saccheggio dei Paesi del Sud globale.

 Glencore, il gigante globale del carbone tra violazioni dei diritti umani e devastazione ecologica 

Un rapporto del Business and Human Rights Resource Center ha rivelato che Glencore è stata la società mineraria con il maggior numero di violazioni dei diritti umani (tra il 2010 e il 2021) nel campo dell’estrazione legata alla cosiddetta transizione energetica. Le sue miniere hanno effetti devastanti sugli ecosistemi e sulle popolazioni. A Cerro de Pasco, in Perù, il 78% dex bambinx presenta sintomi di avvelenamento da metalli pesanti causati dalle attività di Glencore. Le fuoriuscite di prodotti tossici e di acqua mineraria nella Repubblica Democratica del Congo hanno avvelenato lx residenti locali e inquinato l’acqua dolce, le foreste e i campi. In Ciad, Colombia e Canada, ovunque operi, la multinazionale annienta la vita.

Carbone e transizione, Glencore ci prende per i fondelli 

Glencore, tra le principali aziende produttrici di carbone, è tra i protagonisti della devastazione ecologica. La multinazionale ha recentemente speso 259 milioni di dollari per creare nuove miniere di carbone termico in Australia e 535 milioni di dollari per sostenere i siti esistenti. Tuttavia, essere un killer del clima a tutti gli effetti non le impedisce di perseguire una comunicazione mendace. Glencore si spaccia infatti per promotrice della cosiddetta transizione, visto il suo coinvolgimento nell’estrazione di minerali essenziali per la produzione di batterie e tecnologie verdi. Risulta evidente che l’attrazione di Glencore per questi materiali si basi esclusivamente sui benefici che ne trae, ossia l’aumento dei profitti e l’immagine di un’azienda responsabile.

 Finanziamento di paramilitari, tangenti e corruzione: il business alla Glencore 

Nelle Filippine, in Colombia e in Perù, Glencore ha finanziato i paramilitari e le milizie statali al fine di reprimere le comunità che si oppongono alla distruzione e alla monopolizzazione del loro territorio, arrivando persino ad assassinare leader e militanti delle comunità. In Colombia, tra il 1996 e il 2006, decine di migliaia di persone sono state sfollate per far posto alle operazioni minerarie.

Più di 3.000 persone sono state uccise dagli squadroni della morte, paramilitari di estrema destra finanziati dalla Prodeco (Glencore). Si dice anche che la società abbia finanziato la polizia colombiana con oltre 300.000 dollari per proteggere le miniere di cui si è appropriata illegalmente. In Perù, Glencore ha pagato l’equivalente di 1,1 milioni di dollari per finanziare l’equipaggiamento repressivo di circa 1.300 membri della polizia nazionale al suo servizio.

In generale, la multinazionale opera in Paesi e regioni storicamente destabilizzati dalla colonizzazione e dalle potenze occidentali. Contrariamente a quanto afferma, le sue attività non riducono i tassi di povertà né migliorano la qualità di vita delle popolazioni locali. Glencore si è dichiarata colpevole di corruzione a causa delle sue operazioni in cinque Paesi africani e ha accettato di pagare una sanzione di 1,5 miliardi di dollari. Inoltre, la multinazionale riesce a non pagare le tasse dove opera. In breve, Glencore regna sovrana nel campo del saccheggio, con materie prime e profitti diretti verso nord. Intorno ai siti di estrazione rimangono solo inquinamento, malattie e morte.

Glencore si trova proprio accanto a noi e approfitta del sistema politico svizzero e della nostra passività per portare avanti le sue attività mortifere. Abbiamo la responsabilità di combattere insieme questo gigante, ed è per questo che vi invitiamo a unirvi a noi nella lotta. Per la decolonizzazione delle terre indigene, per le riparazioni a lungo termine a favore delle popolazioni sfruttate, per una giustizia sociale, razziale ed ecologica che non lasci indietro nessunx. Glencore deve crollare.

2019, visita di Ignazio Cassis ad una miniera di rame della Glencore in Zambia

Vi chiedete perché tutti odiano Nestlé?

24 febbraio 2024

Fondata nel 1873, Nestlé è leader mondiale nel campo dell’industria agroalimentare. Nel 2022 ha fatturato 94,4 miliardi di franchi. La multinazionale, che possiede più di cento marchi e circa 340 stabilimenti in tutto il mondo, ha sede a Vevey, dove beneficia di un clima politico e di un regime fiscale favorevole.

Sebbene sia già nota per una serie di scandali legati alla pericolosità dei prodotti che commercializza (1), è necessario rimettere in discussione e contestare la logica ecocida, neoliberista e imperialista di questa azienda svizzera (2).

Sul fronte ecologico, Nestlé svolge da oltre cento anni attività estremamente deleterie, e neanche le sue campagne di greenwashing sono sufficienti ad invisibilizzarle. Deforestazione e piantagioni monocolturali, allevamento di bestiame e massicce emissioni di gas serra, consumo eccessivo di plastica e inquinamento di acqua e suolo. Tali devastazioni non si possono dissociare dalla violenza sociale che la multinazionale perpetra con lo scopo di aumentare i propri profitti.

Le numerose denunce di lavoro minorile, schiavitù, violenza contro i sindacati o assassinii politici (3) non rappresentano degli errori casuali. Questi casi riflettono una logica di accumulo di ricchezza basata sullo sfruttamento di tutti gli esseri viventi, compresi lx lavoratorx. Nestlé ha l’abitudine di firmare accordi con le autorità nazionali e internazionali e di sfruttare contesti politici instabili, soprattutto nel Sud del mondo, per promuovere i propri interessi. Allo stesso tempo, la multinazionale cerca di neutralizzare i suoi oppositori, come dimostra l’infiltrazione del gruppo ATTAC Svizzera nel 2003 (4).

Quanto ad imperialismo, Nestlé si iscrive pienamente nel processo di saccheggio e schiavitù dei Paesi del Sud globale attraverso i debiti, la pressione interstatale sulle politiche pubbliche e il sostegno diretto agli Stati coloniali. Nel 2002, la multinazionale ha chiesto 6 milioni di dollari al governo etiope per compensare la nazionalizzazione di un’azienda acquisita nel 1986 (11 anni dopo l’esproprio della fabbrica in questione). Di fronte alle proteste politiche, Nestlé si è vista infine promettere 1,6 milioni di dollari in denaro pubblico, in un contesto di avanzata carestia in Etiopia.

In termini di pressione esercitata sulle politiche pubbliche, è significativo il caso della collaborazione tra la multinazionale svizzera e la SECO (5) finalizzata ad affrontare le nuove normative messicane sulla lotta all’obesità (6). Infine, in un momento in cui la Palestina sta subendo un’intensificazione della guerra coloniale dal 7 ottobre 2023, vale la pena ricordare che Osem, una delle principali aziende agroalimentari israeliane con sede nelle terre occupate, appartiene alla multinazionale svizzera. Questo testimonia anche le relazioni finanziarie tra Nestlé e lo Stato coloniale di Israele.

Sebbene le lotte sociali ed ecologiche condotte finora contro Nestlé non siano riuscite a far crollare la multinazionale, esse appartengono ad un patrimonio che dobbiamo mobilitare per costruire una forma di resistenza. In Svizzera, ci troviamo fianco a fianco con la sede centrale del colosso alimentare e con i suoi vari centri di produzione, trasformazione, amministrazione, vendita e ricerca. Qui si pianificano le operazioni e la ricchezza che ne deriva si accumula silenziosamente in banche situate tra il Giura e l’Aples. In solidarietà con tuttx coloro che lottano, dobbiamo pensare a ciò che la nostra situazione ci permette di fare per muoverci insieme verso una maggiore giustizia ed equità.

1) Tra gli esempi si possono citare la commercializzazione aggressiva del latte in polvere a partire dagli anni ’70, in particolare nel Sud del mondo, che ha portato alla morte di molti bambini, la rietichettatura del latte scaduto in Colombia nel 2002 e la commercializzazione di pizze surgelate contaminate che ha condotto alla morte di due bambini in Francia nel 2022.

(2) Per maggiori informazioni sulla privatizzazione e il commercio dell’acqua potabile, si veda l’articolo “Les empires de l’eau: accaparement, privatisation et marchandisation” pubblicato il 18 ottobre su renverse.co

(3) Si rimanda alla mappa collettiva risultante dalla sessione di workshop/formazione del 5 ottobre 2023, che include informazioni sull’omicidio di Luciano Romero.

(4) Si rimanda anche qui alla mappa collettiva.

(5) Abbreviazione di Segretario di Stato per l’Economia, ovvero un organo della Confederazione Svizzera che dovrebbe rappresentare gli interessi pubblici.

(6) Vedi il podcast “Fighting junk food: Nestlé’s influence games” prodotto su questo tema da Public Eye.

– Tradotto da: https://t.me/contre_attaque

Collettivo Contre-Attaque et Autonomie