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RIVOLUZIONE CONSERVATRICE, DEPORTAZIONI DI MASSA E IMPOSIZIONE DELLA PACE. TRUMP È IL PRESIDENTE ANCORA UNA VOLTA.

– Da ieneanarchiche.noblogs

Rivoluzione conservatrice, deportazioni di massa e imposizione della pace. Trump è presidente degli Stati Uniti ancora una volta

Traduzione dell’originale “Консервативная революция, массовые депортации и принуждение к миру. Трамп — снова президент США

Donald Trump torna alla Casa Bianca con un piano atto a «cambiare radicalmente lo Stato»

Il 5 Novembre Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali battendo l’ex vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris. Al momento della stesura del presente articolo, sono stati scrutinati più dell’80% dei voti: il candidato repubblicano ha ottenuto almeno 5 milioni di voti in più [rispetto ad Harris], battendola nei sette swing states. Inoltre, il Partito Repubblicano otterrà anche il controllo delle due camere del Congresso degli Stati Uniti (il Senato e la Camera dei Rappresentanti.)

Vi racconteremo come Trump voglia porre fine alla guerra in Ucraina, espellere un milione di persone migranti e mettere la parola fine alla “follia transgender”. E se riuscirà a fare tutto ciò.

La più grande deportazione della storia e lo “screening ideologico”1 per i musulmani

Il primo e il secondo punto della piattaforma elettorale di Trump e del Partito Repubblicano sono: sigillare il confine e fermare l’invasione dei migranti, […] effettuare la più grande deportazione della storia americana”. Il nuovo presidente ha promesso di far intervenire la Guardia Nazionale degli Stati Uniti e il personale militare per questo scopo.

[Queste operazioni] saranno piuttosto difficili da attuare da un punto di vista legale e logistico. Secondo l’esperta di migrazione Kathleen Bush-Joseph, molte città e persino interi Stati possono semplicemente rifiutarsi di collaborare con l’United States Immigration and Customs Enforcement (ICE). Gli sceriffi delle contee di Broward e Palm Beach, in Florida, hanno recentemente annunciato un simile rifiuto in caso di deportazioni di massa.

Finora, le persone migranti provenienti dagli Stati di confine sono state deportate in modo massiccio – nonostante i rimproveri dei repubblicani – dall’amministrazione Biden. Il numero è stato impressionante: da 100.000 a 150.000 all’anno. “Aumentare questo numero ad un milione in un anno, richiederebbe enormi risorse aggiuntive che probabilmente non esistono”, chiarisce Aaron Reichlin-Melnick, direttore dell’American Immigration Council. Stiamo parlando di decine o addirittura centinaia di miliardi di dollari. A titolo di confronto: il budget dell’ICE per le deportazioni nel 2023 era di circa 420 milioni di dollari.

[Nonostante ciò], l’amministrazione trumpiana complicherà la vita a diverse categorie straniere – anche se queste non intendono spostarsi all’interno del Paese.

Ad esempio, Trump ha promesso di: ripristinare il “divieto di ingresso per i musulmani”2 (cancellato dall’amministrazione Biden); aggiungere i rifugiati di Gaza nell’elenco delle persone a cui è vietato l’ingresso negli Stati Uniti; introdurre uno “screening ideologico” per chi ha simpatie verso Hamas.

Sgravi per i ricchi e guerra commerciale con la Cina

In quasi tutti i comizi della campagna elettorale, Donald Trump ha parlato della sua prossima lotta contro l’inflazione – alimentata dall’amministrazione Biden. Il noto “Make America Great Again” della nuova campagna di Trump ha persino una variante aggiuntiva: “Make America Affordable Again”. Il tema dell’inflazione – che ha raggiunto un tasso del 9% nel 2022 -, preoccupava molto gli elettori americani. Ma non è molto chiaro su cosa [Trump e i suoi] vogliano combattere: negli ultimi tre mesi, i prezzi al consumo negli Stati Uniti non hanno superato il 3% – un dato paragonabile agli indicatori pre-covid.

Il nuovo presidente ha promesso di non tagliare i bilanci della Social Security Administration (SSA) e dell’assicurazione sanitaria nazionale (Medicare) – enti preposti ad espletare rispettivamente le prestazioni pensionistiche e i costi dei servizi medici -, per gli americani e le americane di oltre 67 e 65 anni. Allo stesso tempo, sui social media, Trump ha accennato alla cancellazione delle tasse per gli anziani – col cui denaro vengono finanziati i programmi. In questo caso, entro il 2030 i bilanci dei due enti non saranno più in grado di coprire i costi.

La politica fiscale del 47° Presidente degli Stati Uniti non si sposa bene con nessun programma sociale. Il principale obiettivo annunciato è quello di estendere il pacchetto delle detrazioni fiscali – adottato dalla prima amministrazione Trump e in scadenza tra il 2025 e il 2028-, per quasi tutte le categorie imprenditoriali. Secondo le stime della Commissione tributaria del Congresso degli Stati Uniti, queste esenzioni costeranno al bilancio americano 1.500 miliardi di dollari. Nel 2018, primo anno di applicazione delle detrazioni di Trump, le tasse per le 400 famiglie americane più ricche erano inferiori rispetto alla metà più povera dei percettori di reddito statunitense – un evento mai accaduto nella storia del Paese

Gli economisti liberali sono più preoccupati per la guerra commerciale con la Cina – che Trump ha promesso di rinnovare con maggior vigore. Durante il suo primo mandato, ha imposto un dazio del 25% sulle merci cinesi; col secondo, invece, minaccia di aumentarlo al 60%. Nominalmente, le tariffe protezionistiche dovrebbero proteggere l’industria e i lavoratori americani dalla concorrenza globale.

Tuttavia Trump non è un grande sostenitore dei diritti dei lavoratori. Durante il suo primo mandato presidenziale aveva combattuto i sindacati dei dipendenti pubblici e nominato [degli uomini di fiducia 3] presso il National Labour Relations Board (NLRB)4. Durante la visita elettorale presso un McDonald’s, Trump ha evitato di rispondere ad una domanda sul salario minimo federale di 15 dollari. Durante una conversazione in diretta su X con Elon Musk, Donald Trump ha espresso il suo sostegno al licenziamento dei lavoratori in sciopero: “Loro scioperano e tu dici: “Va bene, ve ne andate tutti. Ve ne andate tutti. Ognuno di voi è licenziato””.

Lotta al wokeism e alle vaccinazioni

Un’altra priorità del nuovo presidente è la guerra alla “cultura woke”. Nei suoi discorsi in campagna elettorale, ha promesso che la sua amministrazione combatterà le manifestazioni “woke” ovunque esse si manifestino (dalle scuole all’esercito).

Non è del tutto chiaro cosa Trump intenda per “follia transgender” e che intende “estirpare” dalle scuole americane: le questioni relative all’identità di genere non fanno parte dei corsi obbligatori dell’istruzione generale.

Anche la “teoria critica della razza” (in inglese Critical Race Theory (CRT))5, [agitata e fomentata] dagli attivisti conservatori , non è un corso obbligatorio nella stragrande maggioranza delle scuole americane. Tuttavia, l’amministrazione Trump promette di seguire l’esempio del governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis – il quale, a livello statale, ha vietato il finanziamento di qualsiasi istituto scolastico che insegni, in qualsiasi forma, la CRT. Tuttavia, il divieto ha colpito soprattutto i dipartimenti umanistici degli istituti di istruzione superiore – la cui dirigenza teme di perdere i finanziamenti statali.

Inoltre, Trump promette di ritirare i finanziamenti alle scuole che richiedono ai propri studenti di essere vaccinati. Paul Offit, professore di vaccinologia all’Università della Pennsylvania, avverte che tutto questo porterà ad una nuova epidemia di morbillo. Dopo che il movimento anti-vaxxer ha preso slancio durante la pandemia da Covid, i casi di morbillo sono aumentati negli Stati Uniti. Anche in Russia, del resto, i numeri sono in aumento.

Dialogo con Putin e continue spedizioni di armi a Israele

Durante la campagna elettorale, Trump ha detto più volte che avrebbe fermato la guerra in Ucraina entro le prime 24 ore dalla sua elezione. Ha incontrato Vladimir Zelensky almeno due volte e ha parlato favorevolmente degli incontri – anche se nel Settembre 2024 lo aveva definito come “il miglior imbonitore della storia”, riferendosi agli aiuti militari e umanitari che gli Stati Uniti forniscono all’Ucraina. Trump non si è nemmeno dimenticato di Vladimir Putin. Secondo il giornalista Bob Woodward, Trump, da quando non era più presidente, aveva chiamato Putin almeno sette volte negli ultimi tre anni.

Trump preferisce non discutere sulle condizioni specifiche riguardanti la fine della guerra. Secondo alcune fonti del Financial Times, il repubblicano è pronto a congelare il conflitto, interrompere la fornitura di aiuti militari all’Ucraina, non far ammettere [il paese governato da Zelensky] alla NATO e lasciare ai russi i territori ucraini conquistati. Approssimativamente gli stessi punti erano stati espressi dal nuovo presidente degli Stati Uniti in un’intervista a Fox News nel Luglio 2023. [E sempre durante questo intervento, il tycoon] avrebbe promesso[, qualora fosse diventato nuovamente presidente], di fare delle pressioni a Zelensky nel trovare un accordo con Putin – pena la sospensione degli aiuti militari statunitensi.

Nell’Ottobre 2024, Trump si è definito come un “grande difensore” di Israele e ha detto che “qualsiasi ebreo che ama Israele e vota per i democratici è un pazzo”. Uri Friedman del “The Atlantic” scrive che, sotto un nuovo leader, la politica statunitense nei confronti delle azioni israeliane nella Striscia di Gaza sarà ancora più tollerante rispetto a quella di Biden. Trump mantiene contatti regolari con il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu; ma durante un recente incontro [tra i due, il repubblicano] ha dichiarato di volere la fine della guerra nella Striscia di Gaza entro l’inizio del suo mandato presidenziale.

Falchi, colombe e Elon Musk

Prima della sua vittoria, Trump aveva dichiarato di voler “ricostruire radicalmente lo Stato”. Per la posizione chiave di politica estera qual è il Segretariato di Stato, sono stati presi in considerazione l’ex direttore dell’Intelligence nazionale Richard Grenell e il senatore del Tennessee Bill Hagerty. Entrambi i candidati hanno ripetutamente affermato che gli Stati Uniti dovrebbero limitare il loro sostegno militare all’Ucraina e risolvere il prima possibile questo conflitto militare.

I principali contendenti per la carica di segretario alla Difesa sono Mike Waltz, veterano della guerra in Afghanistan e deputato della Florida, e Mike Pompeo, ex capo della CIA e segretario di Stato nella prima amministrazione Trump. Entrambi i candidati sono favorevoli al sostegno militare a Israele. Pompeo, a differenza di Walz, insiste anche sulla necessità di continuare a fornire armi all’Ucraina.

Il Segretario alla Salute e ai Servizi Umani della nuova amministrazione potrebbe essere il nipote del 35° presidente degli Stati Uniti, Robert Kennedy Jr – il quale ha sostenuto, dopo il suo ritiro [dalle primarie per il Partito Democratico e dalla corsa presidenziale come indipendente], Donald Trump. Il nuovo presidente ha promesso personalmente a Kennedy il posto da Segretario alla Salute. Durante la pandemia Covid, Kennedy Jr. era diventata una figura chiave per gli anti-vaxxer statunitensi. Inoltre, il politico ex democratico e sostenitore attuale di Trump ha affermato che le sostanze sconosciute presenti nell’acqua potabile rendano i bambini gay.

Elon Musk, sebbene non abbia una posizione ufficiale, avrà una grande influenza nella nuova squadra presidenziale. Il miliardario ha donato decine di milioni di dollari alla campagna elettorale di Trump, parlato ai suoi comizi elettorali e trasmesso volentieri la retorica migrantofobica e anti-woke del politico repubblicano. Trump ha parlato del ruolo di “segretario per il taglio dei costi” e lo stesso Musk ha promesso di risparmiare duemila miliardi di dollari nella spesa pubblica se verrà nominato. Non è chiaro a che prezzo farà tutto ciò.

Più caos

Michael Cox del think tank “Chatham House” ritiene che il secondo mandato di Trump aumenterà l’incertezza globale. La retorica di Trump nel fare concessioni a Putin aumenterà l’influenza di Russia e Cina nei Paesi in via di sviluppo. Inoltre, una politica dura nei confronti dell’Iran escluderà la possibilità di risoluzione dei conflitti in Medio Oriente – con ripercussioni sulla sicurezza internazionale.

Il premio Nobel ed ex capo economista della Banca Mondiale Joseph Stiglitz suggerisce che sotto Trump le disuguaglianze negli Stati Uniti continueranno ad aumentare e l’economia diventerà meno competitiva a livello internazionale. I nuovi dazi sulle merci cinesi provocheranno un aumento dei prezzi e colpiranno duramente i portafogli degli americani a basso e medio reddito. Durante il primo mandato di Trump, la disuguaglianza economica negli Stati Uniti ha raggiunto il massimo negli ultimi 50 anni.

Uno dei principali scandali della campagna elettorale riguardava un documento di 922 pagine intitolato “Mandate for Leadership”, meglio conosciuto come “Progetto 2025”. Trump ha più volte preso le distanze dal testo – redatto, tra l’altro, da 140 ex dipendenti della sua prima amministrazione. Il “Progetto 2025” è un piano dettagliato per la “rivoluzione conservatrice”, prevista per il nuovo mandato presidenziale di Trump. Tra le altre cose, prevede l’uso dell’esercito per reprimere le proteste, eliminare la burocrazia e stabilire criteri ideologici per i nuovi funzionari, assegnare al presidente meccanismi aggiuntivi atti ad aggirare le decisioni del Congresso e il divieto assoluto di aborto.

Il controllo della burocrazia, la migrantofobia, l’anti-vaxxing: la piattaforma di Trump per tornare al potere sembra distopica. Ma, come scrive Paul Heidemann su Jacobin Magazine, le sue opzioni sono limitate. All’inizio della campagna, Trump si è paragonato al 25° presidente degli Stati Uniti, William McKinley (1896-1901). Tuttavia, a differenza di McKinley, Trump non ha il sostegno consolidato delle grandi imprese – che lo aiuterebbe a gestire qualsiasi pressione politica. Come il precedente mandato, il nuovo (e ultimo) incarico presidenziale di Trump sarà ricordato per il caos politico e le misure radicali dell’amministrazione. Ma il sistema politico americano ha un margine di sicurezza per resistere. Tra l’altro, il secondo mandato di McKinley durò meno di sei mesi: il 6 Settembre 1901, l’anarchico polacco-americano Leon Czolgosz sparò due volte al presidente eletto.

Note del Blog

1Noto come “Test Ideologico di Turing” – e ispirato dai “test di Turing” -, è stato formulato nel Giugno 2011 dall’economista ultra-liberista Brian Caplan. Il metodo valuta se una persona ha espresso accuratamente le opinioni degli oppositori ideologici con soddisfazione di quest’ultimi. Tra le critiche verso questo metodo proposto da Caplan si cita “Against the Ideological Turing Test” dell’economista liberale Noam Smith: “in altre parole, è come chiedere un handicap nel dibattito. E se la sfida viene accettata – se una parte accetta di argomentare solo alle condizioni dell’altra e per dimostrare quanto sia di larghe vedute -, tende ad impoverire il dibattito nel suo complesso. I dibattiti sono spesso più produttivi, e portano ad una maggiore comprensione e apprendimento reciproci, quando ciascuno argomenta alle proprie condizioni. Perciò penso che il Test di Turing ideologico dovrebbe abbandonare la parte “Turing” e chiamarsi semplicemente per quello che è in realtà: un Test ideologico”.

2Nel 2017 Trump aveva firmato l’ordine esecutivo 13769 – che di fatto vietava ai cittadini provenienti da Siria, Iran, Somalia, Sudan, Libia e Yemen di entrare negli Stati Uniti. La legge è stata abrogata nel 2021 per ordine di Biden.

3Precisamente John Ring, William Emanuel, Philip Miscimarra e Marvin Kaplan.

4La NLRB è un’agenzia governativa indipendente incaricata di salvaguardare i diritti dei lavoratori e la contrattazione collettiva. Il consiglio dell’agenzia, per statuto, è composto da cinque membri dei due principali partiti statunitensi (con un minimo di tre membri richiesti per il quorum) e che restano in carica per cinque anni. Per un approfondimento critico sulla gestione trumpiana del NLRB vedere Celine McNicholas, Margaret Poydock e Lynn Rhinehart, “UnprecedentedThe Trump NLRB’s attack on workers’ rights”, Economic Policy Institute, 16 Ottobre 2019

5Una pratica accademica che promuove una visione critica della storia e della cultura degli Stati Uniti, concentrandosi su questioni di discriminazione razziale ed etnica.