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DIFENDIAMO IL ROJAVA DAGLI ATTACCHI DELLA TURCHIA!

– Traduzione dell’appello all’azione di RiseUp4Rojava – 02.12.24

DIFENDIAMO IL ROJAVA DAGLI ATTACCHI DELLA TURCHIA!

Nel bel mezzo della guerra delle forze imperialiste e islamiste contro i popoli del Medio Oriente, la Turchia sta approfittando della situazione per condurre uno dei più grandi attacchi al Rojava e alla Siria dal 2019. Nell’ambito del suo progetto neo-ottomano volto a rendere la Turchia la potenza egemone nella regione, lo Stato turco mira a distruggere il progetto rivoluzionario del Rojava e a destabilizzare ulteriormente la Siria.

Hayat Tahrir al-Sham (HTS) – una propaggine di al-Qaeda – e altre milizie hanno preso il controllo di Aleppo senza incontrare grande resistenza da parte del regime siriano. Accanto alle milizie dell’HTS, il cosiddetto Esercito nazionale siriano (SNA), sostenuto dall’artiglieria e dagli interventi aerei turchi, ha condotto attacchi coordinati contro le regioni curde. Questi gruppi non sono “ribelli”, ma una coalizione di jihadisti noti per numerosi crimini di guerra e violazioni dei diritti umani. Sui social media appaiono i primi video di donne rapite nelle aree sequestrate dall’ANS.

Le aree a maggioranza curda di Shehba e Tel Rifaat, insieme ai quartieri curdi di Aleppo di Sheikh Maqsoud e Eşrefiye, sono circondate ed esposte a una crisi umanitaria. Migliaia di rifugiati da Afrin, così come cristiani e altre minoranze in cerca di sicurezza, sono finiti sotto assedio. Di fronte ai massacri, gli abitanti di Shehba e Tel Rifat stanno evacuando. La popolazione è minacciata da forze massicciamente sostenute ed equipaggiate dalla Turchia e da altre potenze statali.

Negli ultimi dieci anni e fino ad oggi, la regione è stata teatro di massacri e attacchi genocidari, da Shengal nel 2014 al genocidio di Gaza. Le forze di autodifesa in Rojava e nel nord-est della Siria stanno combattendo per contrastare questi assalti e, laddove i massacri sono imminenti, faranno tutto il necessario per mettere in sicurezza la popolazione. Gli abitanti di Sheikh Maqsoud hanno deciso di resistere nonostante l’accerchiamento. Tutto il Rojava è in stato di massima allerta poiché potrebbero seguire attacchi su altri fronti.

Le potenze imperialiste – Stati Uniti, Turchia e Russia – stanno ancora una volta sacrificando i popoli della regione per i propri interessi. Ma lo spirito della rivoluzione del Rojava rimane intatto. Per oltre 12 anni, questa rivoluzione ha rappresentato un faro di speranza per l’uguaglianza, la liberazione delle donne e la democrazia di base. Oggi, il popolo del Rojava e l’Amministrazione autonoma della Siria del nord e dell’est (AANES) si stanno mobilitando per resistere a questa aggressione e difendere le libertà per cui hanno combattuto. Le comunità curde di tutto il mondo si stanno mobilitando con loro.

Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a questo attacco!
Viva la guerra rivoluzionaria dei popoli! Bijî Şerê Gelê Şoreşgerî!

Lanciamo un appello alle forze democratiche, rivoluzionarie e solidali di tutto il mondo ed esortiamo a:

1. Protestare contro le istituzioni dello Stato turco e i suoi collaboratori.
2. Organizzare manifestazioni e azioni per sensibilizzare l’opinione pubblica su questi attacchi e denunciare la complicità delle potenze internazionali, in particolare il ruolo della Turchia e delle forze islamiste.
3. Seguire i nostri canali, i nostri aggiornamenti sulla situazione, i nostri appelli e AGIRE!

Insieme, possiamo amplificare la resistenza e difendere la rivoluzione che, con il suo slogan “Donna, Vita, Libertà”, continua a dare speranza a milioni di persone!

#SmashTurkishFascism – #Riseup4Rojava

 

SIRIA: PROSEGUE L’OFFENSIVA TURCO-JIHADISTA. LE FORZE DEMOCRATICHE SIRIANE ANNUNCIANO LA MOBILITAZIONE GENERALE

Prosegue l’attacco su larga scala delle milizie jihadiste filo-turche nel nord della Siria. Nel giro di pochi giorni, Hayat Tahrir al Sham (Al Qaeda in Siria, ex Jabat al Nusra) e i gruppi salafiti coordinati da Ankara nel sedicente Esercito nazionale siriano hanno preso il controllo di gran parte della città di Aleppo, anche grazie al rapido ritiro dei soldati dell’esercito governativo di Damasco.

L’offensiva contro altre aree controllate dal regime siriano (come le città di Hama e Homs) è stata – per ora – rallentata dai raid aerei russi e dalla riorganizzazione delle traballanti truppe di Assad, rinforzate da milizie sciite irachene e che negli ultimi anni avevano mantenuto le proprie posizioni soltanto grazie al supporto di Mosca, Teheran ed Hezbollah.  Sono già oltre 370 le persone rimaste uccise da quando gli jihadisti “longa manus” della Turchia, hanno lanciato l’offensiva via terra partita dalla regione di Idlibd (da anni occupata da Hts e, di fatto, dall’esercito turco).

L’avanzata sul terreno delle milizie jihadiste armate, addestrate e coordinate dalla Turchia, punta ora più decisa sulle aree della rivoluzione confederale, controllate dalle Forze Democratiche Siriane: i due quartieri di Aleppo a maggioranza curda, Sheikh Maqsoud e al-Ashrafiyyah, e le aree più a ovest dell’Amministrazione autonoma della Siria del nord e dell’est, in particolare la città di Tel Rifaat, nel cantone di Shehba-Afrin.

Per quanto riguarda Aleppo, nei quartieri curdi si organizza la resistenza armata mentre vengono accolte al loro interno migliaia di persone in fuga dal resto della città. Le Fds, inoltre, hanno preso il controllo dell’aeroporto internazionale, abbandonato dai soldati di Assad. A Tel Rifaat, invece, le forze confederali provano a evacuare la popolazione dal fronte. Tuttavia, il corridoio umanitario che avevano aperto verso le città di Raqqa e Manbij è stato attaccato e interrotto dai bombardamenti aerei dell’esercito turco e dagli attacchi delle milizie.

Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna chiedono una “de-escalation” e sollecitano, in una dichiarazione congiunta, la protezione dei civili e delle infrastrutture.

“Le Forze democratiche siriane hanno lanciato un appello alla mobilitazione generale di tutti i territori dell’Amministrazione autonoma contro gli attacchi delle milizie jihadiste, che sembrano ora diretti non più verso le forze del regime siriano ma principalmente verso le aree dell’Amministrazione autonoma”, ha confermato ai nostri microfoni Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica. Ascolta o scarica.

La nostra redazione ha anche tradotto e doppiato un messaggio diffuso dal Rojava dalle compagne internazionaliste di Women Defend Rojava. Ascolta o scarica.

Il movimento di liberazione curdo chiama alla mobilitazione la diaspora in tutto il mondo, oltre che alla solidarietà internazionale. In Europa, il Congresso delle società democratiche del Kurdistan invita a scendere nelle strade, ovunque, contro gli attacchi delle milizie jihadiste e della Turchia. “Invitiamo a scendere in piazza con lo spirito di Kobanê contro gli attacchi terroristici dello Stato turco genocida – si legge in un comunicato – a essere solidali con i popoli del Nord e dell’Est della Siria, a proteggere le conquiste della Rivoluzione del Rojava, a smascherare ovunque il volto sanguinario del dittatore Erdoğan”.

Su questo abbiamo intervistato Yilmaz Orkan, dell’Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia. Ascolta o scarica.

– Di Radio Onda D’Urto