Associazione-F: Per la giustizia, la libertà e la dignità umana!
Cari amici,
Cari compagni attivisti,
Siamo qui oggi perché ne abbiamo abbastanza: basta dell’ingiustizia, basta dell’esclusione, basta dell’obbligo di ottenere passaporti!
«I diritti umani non finiscono alle frontiere della Svizzera!»
Siamo l’Associazione-F, un’organizzazione di rifugiati eritrei ammessi temporaneamente.
Essere ammessi “provvisoriamente” vuol dire:
non poter ricongiungersi con la propria famiglia facendola venire in Svizzera.;
non poter circolare al di fuori del Cantone assegnato;
non poter uscire dai confini nazionali;
avere più difficoltà a trovare lavoro proprio perché considerati provvisori;
avere l’obbligo di un documento in corso del proprio Paese d’origine che si può ricuperare eventualmente solo presso l’ambasciata del Paese da cui si è fuggiti;
sono costretti a vivere nell’incertezza e nella paura costante di una revoca del permesso.
Combattiamo per i nostri diritti: diritti a cui abbiamo diritto perché siamo umani! Ma le autorità svizzere chiedono che ci consegniamo alla missione diplomatica di un regime dal quale siamo fuggiti. Questo non è solo disumano, ma anche ingiusto!
“Nessuno fugge senza motivo – nessuno dovrebbe essere punito per essere fuggito!”
L’obbligo di ottenere il passaporto ci costringe nelle mani di un regime che ci opprime, ci perseguita e ci priva della nostra libertà. Ma noi diciamo: No! Ci rifiutiamo di tornare indietro e ci rifiutiamo di raccogliere documenti da un regime che non riconosce la nostra dignità.
Cosa succede se rifiutiamo?
•Le modifiche al nostro stato civile sono bloccate.
•La nostra integrazione è ostacolata, non potendo passare dal permesso F al permesso B.
Questa è una vita di incertezza, in un Paese impegnato a proteggere i diritti umani.
“La Svizzera può fare di più! La Svizzera merita di più!”
Chiediamo che le autorità svizzere sospendano l’obbligo di ottenere i passaporti! Altri paesi, come la Germania, hanno trovato alternative: perché non anche qui? Le nostre origini sono state a lungo esaminate nel processo di asilo. Questo è abbastanza!
Non abbiamo bisogno dei documenti di un regime che ci perseguita. Ciò di cui abbiamo bisogno è una giusta opportunità per costruire una nuova vita qui – libera dalla paura, libera dalla repressione.
La nostra integrazione inizia dalla giustizia!
Vorrei raccontarvi una storia:
Ho intrapreso un viaggio molto pericoloso per trovare la libertà. Ho trovato una casa e un lavoro, ma io non ho ancora trovato la libertà. Ho uno statuto F, e quello statuto non mi permette di sentirmi libero. C’è una parola sul mio permesso che limita la mia libertà: provvisoria. E pensi davvero che io abbia rischiato la vita per rimanere in questa situazione da ormai 9 anni?
Questa non è solo la mia storia. Questa è la storia di migliaia di persone. Ogni anno milioni di persone sono costrette a lasciare le proprie case, per intraprendere un viaggio che spesso non ha fine. Per i pochi che arrivano qui cambia solo la natura della sofferenza, non la sofferenza stessa. Non c’è pace, né vera libertà.
La solidarietà è più forte della repressione!
Siamo qui perché crediamo che il cambiamento sia possibile, ma solo se combattiamo insieme per ottenerlo!
Rivolgiamo il nostro appello alle autorità, alla politica, alla società:
•Abolire l’obbligo del passaporto!
•Verificare soluzioni alternative che altri paesi hanno già implementato!
•Sostienerci invece di mettere ostacoli sulla nostra strada!
Giustizia per noi è giustizia per tutti!
Combattiamo insieme per un futuro in cui i diritti umani non siano negoziabili, in cui i rifugiati non siano privati dei diritti civili, in cui l’integrazione sia una reale opportunità.
Se non tu, chi? Se non qui, dove?
Siamo qui perché non rimaniamo in silenzio. Siamo qui perché non ci arrendiamo. Siamo qui perché la giustizia è un nostro diritto.
Grazie per essere qui con noi. Combattiamo insieme per la libertà e la dignità umana – per noi stessi, per i nostri figli e per un mondo più giusto!
La solidarietà è la nostra chiave per la libertà!
Grazie!
Uomini donne bambini in aiuto d’urgenza
Troppi limiti per un tempo illimitato
Fine 2023: 111 persone all’aiuto d’urgenza in Ticino e 2500-3000 persone in Svizzera.
La loro situazione?
- non hanno il permesso di lavorare, anche se hanno dei diplomi e potrebbero avere dei contratti di lavoro regolari e delle formazioni adeguate.
- hanno vissuto nel bunker per diversi anni e-o in centri collettivi precari, fatiscenti e sovrappopolati.
- non possono muoversi in maniera libera, sono limitate nei loro spostamenti a causa di restrizioni giuridiche. Malgrado ricevano meno di niente per vivere, non hanno nessuna facilitazione per gli spostamenti.
- non possono frequentare corsi di italiano, né nessun’altra formazione.
- non hanno di fatto un documento, dunque non possono ritirare delle raccomandate o dei pacchi alla posta, se non le lettere della SEM o del TAF. Non possono avere una carta di credito.
- vivono in queste condizioni da 5, 8, 10 o più anni.
- non possono formare una famiglia o ricongiungersi con la propria.
- non vivono, ma sopravvivono, condannate al rango di assistiti, allo stretto minimo vitale.
- sono persone cui non viene data un’identità, ma assegnato loro un numero, sono senza futuro, senza prospettive.
- non possono andare avanti e non possono tornare nei loro Paesi d’origin
- né possono partire per un altro Paese d’Europa a causa del sistema Dublino che li rimanderebbe in Svizzera.
- sono persone che si ammalano a causa di questo sistema, si sentono inutili, emarginati, esclusi, condannati a vivere nell’incertezza e nell’ansia quotidiana.
- sono persone che sono da troppo tempo senza uno statuto legale, senza un’esistenza propria, senza autonomia, senza nessuna prospettiva per il loro futuro. Bloccate da troppo tempo in un limbo disumano e straziante.
Tra loro ci sono anche minori:
- bambini e giovani crescono con l’unica possibilità di frequentare le scuole dell’obbligo. Dopo, tutto gli è proibito.
- bambini e giovani crescono isolati poiché esclusi da attività extrascolastiche o sportive, e una semplice partecipazione a una squadra di calcio o un corso di nuoto è un percorso a ostacoli. La loro personalità è profondamente e permanentemente marcata e segnata da un regime che nega i diritti di base.
Nel corso del 2024 delle loro condizioni di vita niente è cambiato. Dalle statistiche, dove ovviamente si parla di numeri, risulta che a livello svizzero siano ora 4700-5000 le persone la cui domanda d’asilo è stata definitivamente respinta e che, secondo la SEM, devono lasciare la Svizzera. Dunque, ipotizziamo che anche in Ticino ci siano ancora più persone in questa situazione assurda.
La stessa Commissione federale della migrazione (CFM) ha pubblicato le conclusioni di 2 nuovi studi concernenti i minori all’aiuto d’urgenza, in cui si conferma purtroppo che “le condizioni in cui vivono i bambini e gli adolescenti che beneficiano dell’aiuto d’urgenza nel settore dell’asilo ne pregiudicano la salute e lo sviluppo”. Dice anche nel suo rapporto che “…questo non è compatibile né con la Costituzione federale né con il diritto internazionale”.
https://www.sem.admin.ch/ekm/it/home/die-ekm/mm.msg-id-102569.html
Eppure, nulla si muove.
Come potrebbe essere invece sin da subito! Per queste ragioni abbiamo formulate delle precise richieste alle autorità cantonali e federali per l’anno 2025.
Infatti, la convenzione dei diritti dell’infanzia stabilisce che le autorità statali devono porre il benessere e l’interesse dei minori al centro di qualsiasi decisione adottata nel settore della migrazione.
Quindi:
date accesso alla formazione post-obbligatoria a tutti i minori senza statuto perché è un diritto fondamentale formarsi e costruire la propria vita e sarebbe pure lungimirante a livello sociale e collettivo.
Date libertà di muoversi liberamente e partecipare ad attività scolastiche, sportive insieme ai propri coetanei senza limitazioni territoriali.
La mancanza di cura e la violenza psicologica sui minori senza statuto lasciano il segno anche su tutti gli altri minori che sono venuti a contatto con loro (a scuola, nelle squadre sportive…): SMETTETELA SUBITO CON LE DEPORTAZIONI! Perché di questo si tratta!
Regolarizzate le persone in aiuto d’urgenza, in questo modo potrebbero formarsi e/o lavorare e non essere obbligati a vita al rango di assistiti. E anche questo sarebbe lungimirante.
Date preavviso positivo a tutte le richieste di casi di rigore così che non si lascino queste persone nell’angoscia quotidiana di una vita senza diritti.
Perché, così come abbiamo chiamato la manifestazione di oggi, “se non voi, chi?”, chi lo dovrebbe fare?
Il collettivo R-esistiamo
Legale e illegale
Entrata illegale, permanenza illegale sul territorio, sono alcune delle diciture che si trovano all’interno delle Leggi che trattano il tema della migrazione, come la legge stranieri e la legge sull’asilo. Questo perché il significato della parola legale, cui hanno voluto e vogliono addomesticarci ad intendere è: essere in regola con le norme di un determinato Paese, che devono essere rispettate per una corretta organizzazione della vita sociale. Ma, in realtà, la parola legge deriva dal latino legere, il cui significato è osservare, cogliere.
Colui che è legale, quindi, è colui che osserva e coglie la realtà che lo circonda. Colui che è illegale è colui che non osserva e non coglie la realtà che lo circonda Se a fare le leggi sono questi ultimi, perciò, non ci sarà mai legalità. Pertanto, non è perché qualcosa è scritto in una legge, che questo qualcosa può essere automaticamente considerato legale. La disumanizzazione, la discriminazione, l’isolamento, la violenza psicologica non possono essere considerate legali, nemmeno se sono scritte in una legge. La violazione di un diritto non potrà mai essere legale, nemmeno se è scritta in una legge. E dovremmo averlo imparato noi Stati occidentali, che nel corso dei secoli abbiamo introdotto e successivamente, solo dopo lotte, rivolte e morti, abrogato leggi razziali, come le leggi di segregazione razziale degli Stati Uniti tra il 1876 e il 1965, le leggi razziali del periodo nazi/fascista tra il 1933 e il 1945 e leggi dell’apartheid nel Sud Africa tra il 1973 e il 1993. Si dice che la storia insegna e sulla discriminazione del cosiddetto “diverso” mi viene da dire, purtroppo ha insegnato bene. Le nostre Leggi sugli Stranieri e in materia d’asilo, infatti, non considerano l’essere umano in quanto tale, ma solo in quanto essere produttivo o scomodo numero.
Come puoi tu SEM (segreteria di stato della migrazione), come puoi tu Ufficio della migrazione, come puoi tu URAR (ufficio dei richiedenti asilo), come potete voi politici, associazioni come CRS, SOS, società civile considerarvi legali, se l’unica cosa che non fate e che dovreste fare, quando vedete uno straniero è osservarlo e cogliere la ricchezza della sua storia e la disperazione del suo percorso? Non è il pezzo di carta che chiamate LEGGE che può pulire le vostre coscienze dall’ingiustizia quotidiana che fate o cui assistete senza fare e dire nulla.
Come potete considerare legale segregare esseri umani in centri federali o cantonali, che sono di fatto strutture carcerarie e di deportazione, dove l’essere umano è solo un numero da smistare secondo un vostro algoritmo basato su etnie, sesso e quantità dei componenti le famiglie? Come potete considerare legale sottoporre a veri e propri interrogatori esseri umani fuggiti da guerre, persecuzioni, carestie, solo perché hanno avuto la sfortuna di nascere dalla parte del mondo che noi contribuiamo a rendere precaria e instabile, con il nostro sfruttamento? È il caso, il fato o come volete chiamarlo voi, che fa nascere da una parte, piuttosto che da un’altra del mondo e che si sia fortunati o sfortunati, ma di sicuro non è un merito o un demerito. E di sicuro è solo chi nasce dalla parte cosiddetta “fortunata” del mondo che traccia i confini. Come potete considerare legale stabilire che una persona straniera venga definita irregolare nel nostro Paese, solo perché avete tracciato confini territoriali ed economici, che hanno contribuito a creare esseri umani di seria A ed esseri umani di serie B a seconda della provenienza e della produttività? Come potete considerare legale gestire questi esseri umani, attraverso la vigilanza e il controllo
continuo delle loro vite, da parte di organizzazioni come CRS e SOS, con la scusa della loro protezione ed integrazione, impedendo che si rendano indipendenti?
Smettiamola con la supponenza dell’uomo occidentale che avrebbe la verità assoluta in tasca alla quale tutte e tutti devono adeguarsi. Smettiamola di considerare inferiori e incapaci le persone che provengono da altri Paesi.
Come potete considerare legale rinviare persone in paesi di guerra, in paesi dove regnano dittature, in paesi dove le persone vengono torturate e non mi riferisco solo ai paesi d’origine, ma a tutti quelli che pagate per trattenere le persone che fuggono, come la Libia, la Tunisia, la Turchia, la Croazia.
Come potete considerare legale queste deportazioni che lasciano un segno non solo in chi le subisce, ma anche in tutte quelle persone, in particolare i minori, che vengono a contatto quotidiano con storie di vita diverse, attraverso la scuola, le attività sportive, culturali?
In un Paese come il nostro, con il più alto tasso di suicidi giovanili, come potete considerare legale che all’improvviso, a causa di queste deportazioni, persone, compresi i minori spariscano, senza dare alcuna spiegazione di quanto accade?
Siete fabbricanti di disagio sociale e criminalità. Come potete considerare legale usare milioni per finanziare una “milizia di mercenari” quale è Frontex, che, con la scusa di tutelare i confini che avete tracciato voi, permette e partecipa alle orribili violenze e torture di polizie di stati di frontiera o permette il rinvio in paesi come la Libia?
Come potete considerare legale la narrazione razzista e discriminatoria riguardante gli stranieri portata avanti da politici che fomentano odio con il solo obiettivo di poter mantenere il loro privilegiato posto. E voi società civile, adagiata e arroccata sul vostro comodo sofà di privilegi, come potete considerare legale non informarvi, voltarvi dall’altra parte, chiudere gli occhi e non entrare in relazione con esseri umani, solo perché stranieri?
Non siete nella legalità se non osservate e cogliete i continui soprusi messi in atto nei confronti di esseri
umani. È inutile celebrare con ricorrenze o giorni della memoria le violenze e le atrocità degli anni passati, se poi si continuano a perpetrare nell’indifferenza assoluta.
È qui ed ora che si deve agire e lottare insieme perché tutte e tutti possano osservare e cogliere ogni essere umano in quanto tale. Gli stranieri, i richiedenti asilo non sono numeri ma esseri umani. Quando comprenderemo chi e cosa è legale o illegale, potremo vedere chi e cosa è violento e chi e cosa non lo è e potremo osservare e cogliere che questo sistema migratorio svizzero, europeo, occidentale, è violento e si basa su Leggi illegali.
Ma siccome anche voi (SEM, UM, URAR, CRS, SOS, politici, società civile) non siete numeri facenti parte di un sistema, ma esseri umani che compongono questo sistema, assumetevi la responsabilità della vostra illegalità e della vostra violenza, per modificare anche dall’interno il sistema stesso.
Finché non lo farete, noi saremo qui a manifestare, denunciare, lottare, perché per noi più di un pezzo di carta chiamata legge è e sarà importante osservare e cogliere, ogni essere umano che incontreremo sul nostro percorso, perché come diceva Mandela: “Quando a un uomo è negato il diritto di vivere la vita in cui crede, questi non ha altra scelta che diventare un fuorilegge.”
Collettivo r-esistiamo, r-esistiamo@riseup.net, IG/FB