Risposta del Coordinamento Unitario a Sostegno della Palestina alla presa di posizione della Direzione del LAC e lancio del presidio contro il concerto della Israel Philharmonic Orchestra organizzato dall’Associazione Svizzera Israele a Lugano il 23 gennaio.
Giovedì 23 gennaio il CUSP organizzerà un presidio a favore della campagna internazionale di boicottaggio di Israele ed in solidarietà con il popolo palestinese:
Appuntamento dalle 19.00, piazzale davanti al LAC a Lugano, giovedì 23 gennaio 2025.
Per conoscenza condividiamo anche la presa di posizione del LAC:
https://www.laregione.ch/cantone/luganese/1809913/lac-lugano-gaza-palestina-philharmonic
Di seguito ed in allegato la lettera di risposta alla presa di posizione della Direzione del LAC:
Lugano/Bellinzona, 19 gennaio 2025
Egregio Signor Andrea Amarante, Spettabile Direzione del LAC,
La ringraziamo per essersi preso il tempo di rispondere alla nostra lettera del 13 gennaio 2025. Purtroppo, non ci troviamo d’accordo con molti dei punti espressi nella sua risposta.
L’Israel Philharmonic Orchestra (IPO) non è un’istituzione culturale «apolitica», ma un attore di primo piano nell’ambito della campagna di public relations che il governo israeliano mette in atto da decenni per salvaguardare la propria immagine e distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dalle continue violazioni del diritto internazionale commesse ai danni dei/delle palestinesi.
E questo da ben prima del 7 ottobre 2023 e dei 70.000 morti (secondo l’ultimo studio di Lancet) nella Striscia di Gaza, in quello che Amnesty International ha definito un genocidio e su cui è in corso un’inchiesta della Corte Internazionale di Giustizia.
Il sito internet ufficiale della IPO fornisce a nostro avviso sufficienti informazioni utili a far capire come la sua storia sia strettamente legata a quella dell’esercito israeliano e alle sue politiche di colonialismo di insediamento in Palestina, partendo dalla campagna di pulizia etnica durante la creazione dello Stato di Israele nel 1948 sulle terre di Palestina, passando per l’occupazione della Cisgiordania, della Striscia di Gaza e di Gerusalemme nel 1967, fino al genocidio attuale.
Sul sito dell’orchestra infatti si può leggere che: nel 1948, durante la Nakba (catastrofe), quando oltre 750 mila persone (tre quarti della popolazione autoctona palestinese) furono espulse dalle proprie case e 530 villaggi furono rasi al suolo prima dalle milizie sioniste armate e poi dai soldati israeliani, l’IPO “viaggiava in auto blindate… sollevando il morale di civili e soldati”; nel 1967, mentre Israele occupava la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e Gerusalemme Est sfollando altri 300 mila palestinesi dalle loro terre, “Zubin Mehta (direttore della IPO) arrivò con un aereo pieno di munizioni dall’Europa” e, sempre durante la guerra del 1967, “l’Orchestra ha continuato a esibirsi davanti ai soldati dell’IDF (l’esercito israeliano), dalle alture del Golan al Sinai” (territori occupati illegalmente da Israele secondo il diritto internazionale; le alture del Golan lo rimangono tutt’ora).
Fedele alla sua tradizione, l’IPO negli ultimi mesi non ha smesso di esprimere il proprio supporto alle truppe israeliane che stanno commettendo crimini di guerra e contro l’umanità nella Striscia di Gaza ed in Cisgiordania. Sul canale YouTube dell’orchestra sono disponibili diversi video di concerti, tra i quali uno datato 21 aprile 2024, in cui l’IPO si esibisce assieme all’orchestra dell’esercito israeliano in uniforme. In un altro video del 22 ottobre 2023 (quando i bombardamenti israeliani avevano già ucciso oltre 5.000 palestinesi nella Striscia di Gaza), il direttore dell’orchestra
Lahav Shani, in un discorso dichiara che: «siamo a fianco dei soldati che ci stanno proteggendo in questo momento» e esprime gratitudine al presidente Joe Biden allora in carica per il supporto fornito dagli Stati Uniti allo Stato di Israele (ossia tonnellate di bombe e altri aiuti militari). Senza contare che, essendo il servizio militare obbligatorio in Israele, molto probabilmente tra i musicisti e le musiciste che si esibiranno al LAC sono presenti persone che in un modo o nell’altro hanno partecipato anche materialmente ed in prima persona all’oppressione del popolo palestinese.
Su un link presente sulla pagina web della IPO questa viene descritta come «l’ambasciatrice musicale di Israele nel mondo». Mentre il gruppo American Friends of the IPO la definisce come «la migliore ambasciatrice culturale di Israele» e nota come il ritorno di immagine derivante dalle tournée della IPO negli USA e nel mondo abbiano «un valore enorme per lo Stato di Israele. Di conseguenza, l’Orchestra Filarmonica di Israele mantiene la sua posizione all’avanguardia nella diplomazia culturale e nella scena musicale internazionale». Da notare che queste sono tutte informazioni pubblicate sui canali ufficiali dell’orchestra stessa, disponibili a chiunque voglia prendersi la briga di informarsi autonomamente.
Essendo la serata del 23 gennaio organizzata in collaborazione con l’Associazione Svizzera Israele (organo che fa da cassa di risonanza agli interessi di Israele in Svizzera), non ci stupisce la scelta proprio di questa orchestra. Ricordiamo che la stessa associazione nel 2017 aveva invitato a Lugano, in qualità di ospite d’onore, l’ex Ministra israeliana Tzipi Livni, in carica durante l’operazione Piombo Fuso (2008-2009) durante la quale l’esercito israeliano uccise oltre 1350 palestinesi. L’ex ministra Livni è stata denunciata in Svizzera e in altri paesi per crimini di guerra. Alla serata organizzata al LAC giovedì 23 gennaio, non stupirebbe la presenza di rappresentanti dell’ambasciata israeliana in Svizzera
Riguardo il boicottaggio culturale, nella sua lettera Lei scrive che è uno strumento controverso e che spesso si ritorce contro le stesse persone che cerca di aiutare. Non siamo d’accordo con la sua visione paternalista, che nega ai/alle palestinesi che vivono sulla propria pelle il razzismo coloniale dello Stato di Israele il diritto di scegliere i propri strumenti di lotta e di fare politica, tra cui anche quello del boicottaggio. La campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni), nasce dalla società civile palestinese nel 2005 come movimento non violento e mira a far pressione sullo Stato di Israele al fine di spingerlo a rispettare le regole basilari del diritto internazionale, sull’esempio della lotta contro l’apartheid in Sudafrica. Cosa c’è di controverso in questo?
Ci sembra molto difficile, se non intellettualmente disonesto, non rendersi conto del modo in cui l’esibizione dell’Orchestra Filarmonica Israeliana sia strettamente legata agli interessi di uno Stato, quello israeliano, che in questo momento è alla disperata ricerca di consensi. Far suonare l’IPO a Lugano in questo momento, vuol dire prendere posizione a favore di quello che da oltre un anno l’esercito israeliano sta commettendo a Gaza, e associare l’immagine di un luogo di arte e cultura come il LAC al sistema di apartheid israeliano e al primo genocidio in streaming della storia.
I fatti sono fatti, e le belle parole della sua lettera sulla cultura e su una visione diversa del mondo, se non seguite da delle prese di posizione e delle azioni concrete contro le ingiustizie, rimangono parole. E di parole e prese di posizione i/le palestinesi ne hanno sentite abbastanza. Solo una pressione concreta, anche attraverso una mobilitazione internazionale, il boicottaggio e delle sanzioni potrà spingere uno stato come Israele a rendere conto delle proprie azioni. Altrimenti si chiama complicità…
Con i migliori saluti,
Coordinamento Unitario a Sostegno della Palestina