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PRESA DI POSIZIONE COLLETTIVO R-ESISTIAMO

PRESA DI POSIZIONE COLLETTIVO R-ESISTIAMO

 

Croce Rossa Svizzera
Sezione sottoceneri
A.c.a. direttrice Deborah Banchini

Abbiamo preso atto della vostra comunicazione a mezzo stampa, in merito alle proteste nate dalle persone alloggiate nel centro cantonale Ulivo di Cadro, a seguito della mancanza o poca comunicazione dei trasferimenti previsti nei primi giorni di marzo.

Definire queste persone come pochi singoli individui che faticano ad accettare un trasferimento e trasloco, denota una totale incapacità di comprendere con chi si ha a che fare: da dove vengono, i traumi subiti prima e durante il viaggio, i numerosi trasferimenti all’interno del territorio, le incognite circa il proprio futuro.

Questi sono una parte degli elementi che ci si aspetta che vengano tenuti seriamente in conto da parte degli operatori di Croce Rossa.
Fossero stati anche in pochi (fuori ce ne erano comunque molti), erano persone che chiedevano spiegazioni e chiedevano di capire cosa stava accadendo.

Comunicare il venerdì sera che lunedì ci sarebbe stato un incontro obbligatorio, senza specificare per quale motivo, avrebbe dovuto far comprendere agli operatori che nelle persone si sarebbero attivate paure e incertezze, compreso la paura di essere deportati nel proprio paese d’origine.

Non bastano i vostri proclami a mezzo stampa, con i quali dichiarate di aver dato tutte le necessarie comunicazioni. Se così fosse stato, le persone non si sarebbero allarmate e spaventate e non avrebbero iniziato la protesta interna con il sit in cercando il contattato con la società civile esterna per un sostegno.

Se non la competenza professionale che dovete avere, sarebbe bastato un po’ di sano buon senso e di empatia.
Non sono oggetti o merci da spostare da un posto all’altro. Ogni spostamento coinvolge emozioni, storie di vita, rete sociale costruita, scuola, amicizie ecc.

Stante le vostre evidenti difficoltà accogliamo il vostro invito ad indicare strutture e soluzioni abitative.

Partendo dal principio che l’integrazione comincia nell’essere in mezzo alla società civile e non in posti isolati e che per integrarsi bisogna vedere il futuro (citazione di un giovane rifugiato), qui di seguito alcune proposte:

• Accoglienza nelle famiglie come per i rifugiati ucraini

• Messa a disposizione di persone da parte nostra, per la ricerca di alloggi, dietro regolare compenso

• Hotel Vezia: molte delle persone che sono attualmente alloggiate a Cadro erano già presso l’Hotel Vezia e si stavano integrando (scuola, lavoro, lingua, etc). Sinceramente non si comprende come mai sia stata chiusa questa struttura se poi ancora bisogna spostare le persone

• Hotel Ristorante Camino, Ruvigliana. Azienda formatrice, il titolare è interprete mediatore e sta frequentando il corso come specialista della migrazione; percorso migratorio.

Per far parte concretamente della società civile, le persone hanno bisogno di vivere nei quartieri insieme alla popolazione locale, frequentare le scuole e le classi regolari obbligatorie e post obbligatorie, formarsi e lavorare con regolari contratti di lavoro.

Il vero cambio di paradigma è riconsiderare tutto il vostro sistema di cosiddetta accoglienza, per arrivare a lavorare realmente a favore dei/delle rifugiati/e.

Pertanto ci mettiamo a disposizione per un colloquio, perché la buona comunicazione è un mezzo importante per costruire qualcosa di positivo.

Il Collettivo R-Esistiamo