SOSTEGNO ALL’OCCUPAZIONE DI UNIMAIL A FAVORE DEL POPOLO PALESTINESE E CONTRO IL GENOCIDIO
Tradotto da renverse.co
Un anno dopo l’occupazione dell’Unimail, le/gli studenti tornano a manifestare la loro solidarietà con le vittime del genocidio a Gaza. Stanno nuovamente occupando l’università per ottenere un boicottaggio accademico da parte dell’Università di Ginevra e una dichiarazione da parte di Swissuniversities, l’organizzazione ombrello delle università svizzere.
L’azione coraggiosa intrapresa un anno fa è stata trattata con disprezzo dalle autorità accademiche, nonostante l’ampio sostegno ricevuto. In primo luogo, hanno chiamato la polizia per espellere le/gli studenti dal loro stesso luogo di studio. Non vi era mai stato prima un intervento di polizia contro studenti che chiedevano di prendere posizione su una situazione internazionale di tale gravità da non poter essere ignorata. Successivamente è stata istituita una commissione fantoccio per insabbiare la questione sollevata dalle/dagli occupanti. La natura vergognosa del dibattito condotto da questa commissione è stata portata alla luce dalla rivelazione del plagio contenuto nella sua relazione finale. Questa pratica vergognosa dimostra la totale mancanza di interesse da parte delle autorità universitarie nei confronti delle questioni scottanti che interessano le/gli studenti.
In questo contesto, l’occupazione che ha inizio oggi risulta particolarmente legittima. Il dibattito che il rettorato si rifiuta di intraprendere deve essere forzato con tutti i mezzi possibili. Nessuno si imbarcherebbe volentieri in un’occupazione con possibili conseguenze penali un mese prima della sessione di esami. Ma le/gli studenti si rendono conto della loro responsabilità morale: qual è il valore di una laurea conseguita in un’università che rifiuta di impegnarsi in un dibattito serio su questioni sollevate da numerose autorità scientifiche internazionali come l’antropologo Didier Fassin, lo storico Omer Bertov e il compianto sociologo Michael Burawoy? Qual è il valore ultimo di una laurea conseguita in un’università che ha scelto di schierarsi con l’oscurantismo genocida?
La risposta potrebbe essere: che valore ha la protesta dell’Università di Ginevra quando la stessa Corte internazionale di giustizia sembra impotente?
Nel 2024, Michael Burawoy disse ai suoi colleghi sociologi: “A coloro che liquidano opportunamente la questione dicendo ‘chi se ne frega di ciò che pensano e fanno i sociologi’, rispondo […] La storia dimostra che se la sociologia si preoccupa del mondo, allora il mondo può preoccuparsi della sociologia. […] I sociologi possono anche stare dalla loro parte, ma questo non significa affatto che dobbiamo essere introversi, chiusi in noi stessi. Come non unirsi al crescente coro per un cessate il fuoco immediato e permanente a Gaza?”
Che queste parole di uno scienziato di fama internazionale ricordino all’intera comunità universitaria che non esiste una scienza separata dal mondo in cui viene prodotta e che la responsabilità politica delle/degli scienziati/e è commisurata allo status che la società accorda loro. Che queste parole convincano la comunità universitaria a unirsi, almeno a parole, all’azione coraggiosa e determinata dell/degli studenti.
Viva la lotta di liberazione del popolo palestinese!
Stop al genocidio a Gaza!
Boicottaggio e sanzioni contro i genocidari ora!
Le Silure, centro di lotte autonome, 7 maggio 2025.