Backgroound Image

29 MAGGIO – TORNEO DI CALCIO ANTIRAZZISTA (COMUNICATO MOLINO)

… E ANCORA PRIMAVERA

Le primavere si susseguono e l’incapacità di dare seguito a tragici errori con una riflessione dotata di senso è sconfortante.

Sconcertano la miopia e la memoria corta delle persone, politicanti istituzionali e non, che vanno avanti passando sopra a quelle macerie, che non si voltano indietro mai, che tentano di distrarre mettendo in piedi teatrini sulla ricerca di spazi che diventano parodia di loro stessi, smarrendosi nella ricerca delle definizioni che possiamo o non dobbiamo darci, nella distinzione di ciò che è lecito o non lo è, e tutto finisce in una nuvola di fumo svuotando di significato ogni cosa.

Inquieta la facilità con cui si criminalizza qualsiasi forma di dissenso, giustificando il dilagare della repressione come unica risposta possibile, per poi ridurlo a un problema di violenza e disordine pubblico che altro non sarebbe che l’espressione del ‘disagio giovanile’ di cui si dovrebbe sempre occupare qualcun’altrx.

4 anni e 8 occupazioni temporanee dopo la demolizione dello storico spazio di libera espressione di cui tanto avevamo ma – a quanto pare – oggi più che mai, abbiamo tanta necessità, le realtà che mantengono vive queste pratiche – e che evidentemente non sono sepolte sotto quelle macerie – tornano a essere presenti con il Torneo di calcio antirazzista (saranno almeno 15 le squadre partecipanti). Un momento importante di aggregazione e di partecipazione diretta di collettività esistenti diverse, così come di coesione e proclamazione di un altro modo di vivere la socialità e di immaginare il mondo. Ci sono metodi che prendono forma al di là di un edificio che li contenga e idee che non possono essere cancellate o demolite insieme a uno stabile.

Proprio per sottolineare che fare le cose in un’altra maniera è possibile. Che non è necessario ingabbiarsi in permessi, richieste e falsi confronti che a niente portano se non a ennesime promesse e ulteriori controlli, come visto alla recente festa al Parco del Tassino. E finalmente ci si indigna per le tante e troppe telecamere e l’occhio spione di polizia, ma in fondo per il municipio più a destra in Svizzera questa è la prassi.

Perché il corpo politico di questo municipio – al di là delle sue limitate diramazioni più buoniste e ingenue – è saldamente radicato in quella destra sovranista per cui qualsiasi opzione di diversità è da eliminare seduta stante. Lo sgombero e la distruzione di 4 anni fa ne sono l’esempio calzante, così come le infruttuose trattative per dare una risposta di spazi, le telecamere del Tassino, il tentativo di “riqualificazione” del lido San Domenico o la chiusura e l’accanimento contro la piscina di Carona e chi ne difende il suo utilizzo popolare.

Nella città dove ricchi e poli proliferano senza tregua – tra la caccia a nuovi miliardari, affitti sempre più cari, famiglie sloggiate dalle case popolari, progetti d’accoglienza chic in vineria, superamenti di budget, tagli alla cultura e partenariati economici con governi di morte (Israele), sarebbe buona cosa far riemergere che arrangiarsi altrimenti è ancora possibile, che sta a noi riprendere in mano un certo discorso. Che gli spazi ci sono e le possibilità di riprenderseli è sempre lì, senza assoggettarsi o aspettare che un’entità superiore li conceda. Che le parole come la pratiche hanno un ruolo fondamentale ed è importante fissarle senza confusione poiché ci permettono di avanzare e la loro mancanza inibisce il pensiero e non crea motricità.

Purtroppo il campo di Cassarate è impraticabile per lavori, a causa proprio di quella miopia e incapacità socio-aggregativa di chi chiude un campetto di quartiere in vista delle vacanze scolastiche. Ci si vede quindi al campo della Gerra, giovedì 29 maggio dalle 10.00, per continuare a prendere a calci quelle macerie.

Perché il calcio è calcio anche lontano dai riflettori delle competizioni internazionali che accettano la presenza di squadre di governi genocidi e i finanziamenti di bitcoin e di petromonarchie. Perché da sempre sono i campetti popolari di periferia a creare magia, dove la competizione lascia il posto alla condivisione, non ci sono frontiere e nessun è esclus* poco importa il genere, la provenienza, l’età, le abilità o le capacità.

Un pensiero di vicinanza e d’affetto a tuttx coloro privatx della loro libertà ovunque nel mondo.
Ciao Stecco! Ciao Ghespe! Un abbraccio da tuttte e tutti noi!
Libertà, dignità e giustizia per il popolo palestinese!
Fuori gli elefanti!
SOA il Molino