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LE DONNE IN USA FANNO SCORTA DI PILLOLE

Le donne in USA fanno scorta di pillole, Vagnoli: “impariamo anche noi a organizzarci”

All’indomani della rielezione di Donald Trump le donne in USA si preparano a tempi bui facendo scorta di pillole del giorno dopo e abortive ma anche di armi e metodi di difesa anti stupro.
L’approfondimento con la scrittrice militante Carlotta Vagnoli

Da quando la sentenza Roe v. Wade è stata ribaltata, negli Stati Uniti si è anche tentato di bloccare e criminalizzare la distribuzione delle pillole abortive. Nel frattempo l’ondata misogina post elezioni ha permesso ad alcuni nomi noti della destra più violenta di scatenarsi sui social, come Nick Fuentes: il politico ed ex youtuber suprematista bianco, antisemita e misogino autore del post “Your body, my choice. Forever” (“tuo il corpo, mia la scelta. Per sempre”). E infatti, la risposta delle americane che osserviamo dall’Italia è “impressionante”, commenta la scrittrice Carlotta Vagnoli: all’indomani della rielezione alla Casa Bianca del conservatore, anti abortista, Donald Trump le donne statunitensi si stanno preoccupando di fare scorte di pillole del giorno dopo, di pillole abortive e anticoncezionali ma anche di strumenti di difesa come armi da fuoco e armi bianche. 

I social si sono riempiti di consigli e tutorial in un passaparola “da donna a donna” mai visto prima e che testimonia la rabbia ma anche la volontà di organizzarsi e tutelarsi in vista dell’insediamento di Trump, che sarà a gennaio 2025.

le donne in usa e i video sulle scorte di pillole del giorno dopo

Di video come questi ne girano moltissimi, in particolare su TikTok. C’è Brynn, una giovane donna dell’Oklahoma, che incoraggia le sue follower a procurarsi il farmaco Plan B e dei test di gravidanza “il prima possibile”. “Potreste procurarveli ora, nel caso in cui andassero esauriti”, dice nel video. Perché in Oklahoma, come nella maggioranza degli Stati, l’aborto è illegale e non può essere eseguito a meno che non sia fondamentale per proteggere la vita della donna. “A questo punto, visto che la Plan B è accessibile perché non farne scorta?”: Brynn si riferice al farmaco contraccettivo di emergenza, la cosiddetta pillola del giorno dopo, protagonista di una impennata nelle ricerche online già due giorni dopo le elezioni. Il 6 novembre la frase “pillola del giorno dopo è legale” è aumentata del 700%, seguita da  “scadenza della pillola del giorno dopo” e “pillola abortiva online”.

Carlotta Vagnoli, “sarà un problema accedere ai diritti riproduttivi”

Tutto parte da due elementi: la consapevolezza circa le posizioni di Trump in merito al diritto all’aborto e l’ondata di minacce di stupro con cui gli uomini di destra stanno riempiendo i social. Il post “Your body my choice”, scritto su X da Nick Fuentes, è stato seguito dal commento di una utente che gli ha risposto “Non è un tuo problema, nessuna donna ti permetterà di metterla incinta”. La replica? “Non ci serve alcun permesso”. Una minaccia di stupro bella e buona.

“Sono uomini che vogliono intenzionalmente fare arrabbiare le persone democratiche – sottolinea Vagnoli – una forma di rage bait da cui è partita una reazione a catena imprevedibile: dopo la tristezza è seguita la rabbia“. E la rabbia è propulsiva: “video di consigli pratici su come fare rifornimento di Plan b ma anche della pillola abortiva perché sarà un problema avere accesso a questa forma di salute riproduttiva“.

Carlotta Vagnoli racconta che il secondo consiglio immediatamente diffusosi è stato quello di disinstallare le app di tracciamento del ciclo mestruale: “Esistono app che hanno promesso di non divulgare i dati delle utenti: una alterazione del ciclo potrebbe sembrare – o rivelare – una gravidanza interrotta: ma le app con base negli USA potrebbero essere costrette a interloquire con il Governo”. E abortire negli USA è un crimine. Ma non mancano consigli su pratiche di mutualismo dal basso: “fare rete nei quartieri e nelle città per aiutarsi a vicenda e sostenere i diritti delle persone con utero in povertà che non possono avere accesso alle pillole“, dice ancora Vagnoli che solleva una questione non secondaria. Quella delle armi.

Scorta di armi bianche e da fuoco per proteggersi dagli stupri

Negli Stati Uniti esiste un tema di violenza normalizzata derivante dal diritto a possedere un’arma, concesso pressoché a chiunque. Le sparatorie nelle scuole o nei locali scatenano – giustamente – reazioni di disgusto nella popolazione democratica che, però, è composta anche da persone che temono che le minacce di stupro non siano minacce a vuoto. “Le donne sono spaventate, per questo in molte si stanno procurando delle armi da taglio e da fuoco e stanno girando dei tutorial per usarle in modo efficace, oltre a quelli sull’educazione alla difesa personale che insegnano alle donne come difendersi anche a mani nude da una aggressione di tipo sessuale”.

Qualcosa di mai visto prima: “venticinquenni che guardando in camera caricano la pistola, è impressionante”, commenta Vagnoli, “in corso c’è una guerra”. Il che non è un bene, ovviamente. “La filosofia dell’ognun per sé non ha mai aiutato la collettività. Quando la sicurezza viene percepita come un affare personale le istituzioni smettono di occuparsene“.

“Dall’italia osserviamo, ma la nostra situazione è simile”

Il clamore mediatico attorno alla reazione delle donne negli USA alle posizioni misogine di Trump sta permettendo alle donne occidentali di fare dei ragionamenti sulla loro condizione? Di certo c’è che “Dall’Italia osserviamo il fenomeno con empatia e apprezzamento, ma nonostante la nostra situazione sia pressoché simile non siamo reattive – commenta la scrittrice – ma lo suotamento progressivo della legge 194 non sta provocando prese di posizioni collettive e diffuse, ne parlano solo piccoli pezzi di Movimento: sono fondamentali i lavori svolti da spazi come Obiezione Respinta e iVG, Ho abortito e sto benissimo. Ma è una questione di ordine pubblico, riguarda tutte le persone. E accade per molte ragioni: la frammentazione dei movimenti convince ciascuno che la propria istanza sia più urgente di quella altrui, non ci si accorda e non si partecipa. Poi c’è una visione classista delle questioni e, non ultimo, il fatto che abbiamo letteralmente la Chiesa in casa: come si possono fare discorsi puliti rispetto al diritto aborto?”

La politica dei palazzi, d’altro canto, “si è stravolta: i radicali itlaliani degli anni Settanta si autodenunciavano per aver abortito, dando un segnale forte, ma oggi sono ministre della famiglia come Eugenia Roccella – continua Vagnoli – Ma le persone per farsi ascoltare non hanno bisogno della politica istituzionale, hanno bisogno delle piazze e di sollevare polveroni mediatici sfruttando canali di informazione“.

“Se avessimo fatto come le americane, quando Meloni ha iniziato a stringere sui diritti, forse l’eco ottenuta a livello internazionale avrebbe imposto alla Premier scelte differenti: ma non c’è alleanza nei movimenti e le piazze sono svuotate. In USA sono tanti gli uomini schierati come alleati dei diritti risproduttivi, in Italia no”.

l’ondata di violenza contro le donne può arrivare fin qui?

La verità è che Donald Trump è imprevedibile, oltre che radicale. Ma il suo spirito da estremista di destra è abbstanza condiviso già oggi tra le destre europee. “Non promette niente di diverso da ciò che abbiamo ascoltato durante le campagne elettorali di casa nostra, ma possiamo sperare in un effetto tampone finché avremo un Presidente della Repubblica e la Magistratura: su quei progetti di legge che sono oggettivamente anticostituzionali questi due organismi possono ancora mettere un veto”, spiega Vagnoli. Ma “l’occidente vede una destra coesa prevaricare una sinistra incapace e frammentata, distante dagli intertessi di cittadini e cittafini e a secco di proposte”. Non c’è coesione, come non c’è coesione nella sinistra dei movimenti. E non si fa fronte alle derive estremiste, litigando su quisquiglie inutili”.

di Eugenia Nicolosi