Backgroound Image

FERMIAMO IL GENOCIDIO A GAZA E IN CISGIORDANIA! Boicottare Israele, invece di cancellare i finanziamenti all’UNRWA!

FERMIAMO IL GENOCIDIO A GAZA E IN CISGIORDANIA!

Boicottare Israele, invece di cancellare i finanziamenti all’UNRWA!

Mentre la tregua a Gaza appare appesa a un filo, in Cisgiordania l’esercito di occupazione israeliano continua a condurre operazioni che stanno mettendo a ferro e fuoco città e campi profughi e causando migliaia di sfollat*. Nella Cisgiordania occupata, in particolare tra Jenin, Tulkarem e Tubas, almeno 50 palestinesi sono stat* uccis* nelle ultime tre settimane, mentre centinaia di abitazioni sono state demolite dai bulldozer dell’esercito israeliano, bruciate o fatte esplodere. Solo a Jenin, una decina di giorni fa, 23 edifici sono stati fatti saltare in aria contemporaneamente nel cuore della città. Secondo l’UNRWA, l’Agenzia dell Nazioni Unite per il Soccorso dei Rifugiati Palestinesi, il numero degli sfollati ha ormai superato le 40.000 persone.

L’operazione “Muro di Ferro”, iniziata 23 giorni fa con l’assalto a Jenin, per molti non è altro che la prosecuzione della guerra a Gaza. La retorica è la stessa, le tecniche simili. In nome della “lotta al terrorismo”, i militari di Tel Aviv stanno devastando interi quartieri e uccidendo decine di palestinesi, con l’obiettivo reale di rendere alcune aree inabitabili e costringere la popolazione a fuggire. Le immagini che arrivano da Jenin ricordano quelle già viste a Jabalia, nel nord di Gaza: macerie su macerie, mezzi corazzati israeliani, strade deserte. Come se non bastasse, a fine gennaio il parlamento israeliano ha vietato all’UNRWA di operare nei territori occupati da Israele stesso… e questo dopo quasi un anno e mezzo di genocidio che ha causato una crisi umanitaria senza precedenti nella Striscia di Gaza. L’intento dello Stato sionista è chiaro, come d’altronde lo è dal suo insediamento in Palestina nel 1948: cacciare la popolazione nativa palestinese dalle proprie terre e cancellarne per sempre il diritto al ritorno: una vera e propria pulizia etnica.

In questo contesto, mentre tutto il mondo sta assistendo ad un genocidio in streaming, in Svizzera nel mese di marzo il Consiglio degli Stati dovrà votare su alcune mozioni portate avanti dalla destra in Parlamento, che vorrebbe cancellare qualsiasi finanziamento della Confederazione all’UNRWA, allineandosi in questo modo con le posizioni del governo genocida di Netanyahu e degli Stati Uniti. Il Consiglio Nazionale ha già accettato queste mozioni. La pretesa neutralità della Svizzera dimostra ancora una volta di essere a geometria variabile, a seconda degli interessi geopolitici ed economici in gioco. Quando si tratta di fare affari con l’industria degli armamenti israeliana che testa le sue armi sulla pelle dei/delle palestinesi (vedi i 298 milioni di franchi spesi dall’esercito svizzero per l’acquisto di droni israeliani della Elbit System che nemmeno funzionano) i soldi ci sono.

Quando invece si tratta di finanziare un’agenzia umanitaria come l’UNRWA per la popolazione palestinese martoriata da oltre 75 anni di colonialismo sulle proprie terre, magicamente qualcuno dice che la spesa è troppo alta (ricordiamo che nel 2024 la Confederazione ha dimezzato il budget destinato all’agenzia da 20 a 10 milioni di franchi, a causa delle forti pressioni della lobby pro Israele in Parlamento e dei suoi alleati).

Con la cancellazione degli aiuti all’UNRWA, il governo svizzero si renderebbe ufficialmente complice del genocido del popolo palestinese. Per questo motivo ribadiamo:

Stop ai tagli e ripristino immediato dei finanziamenti all’UNRWA.
Boicottaggio militare, culturale, accademico ed economico dello Stato di Israele.
Autodeterminazione, fine dell’apartheid e diritto al ritorno per i/le rifugiat* palestinese.
Rispetto dei termini del cessate il fuoco da parte di Israele (che lo ha violato a più riprese).
Solidarietà con la Resistenza e i/le prigionier* palestines*.

PALESTINA LIBERA!

Coordinamento Unitario a Sostegno della Palestina