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COMUNICATO: SENZA PELLI SULLA LINGUA

23-01-2024 -Comunicato SOA il Molino

SENZA PELLI SULLA LINGUA

Lugangeles, terza piazza finanziaria di uno dei paesi più ricchi del mondo, la grande città capitale europea del bitcoin, si appresta a fronteggiare una sfida senza precedenti, quella delle occupazioni abusive.

Incredibile l’importanza che ci venga data, eppure 26 giorni dopo una semplice TAZ, uno dei giornali più letti del cantone sente ancora la necessità di dedicarci l’editoriale, lamentandosi nello stesso di dover parlare di noi. Le domande sorgono spontanee. Chi ha mai chiesto ai giornalisti di darci tutta questa visibilità? Ad ogni nostro appuntamento si presentano come degli avvoltoi in cerca della notizia scoppiettante da poter vendere, noi chiediamo di allontanarsi e loro continuano. L’obiettivo di un giornale è quello di vendere il maggior numero di copie, non certo di fare informazione ed un direttore di una redazione lo sa certamente meglio di un operaio. Per cui se sentono ancora di dover parlare di noi è perché viviamo in una regione in cui queste pratiche, che altrove sono normalizzate e certi avvenimenti succedono settimanalmente, qui suscitano uno scalpore tale da doverne parlare per mesi e costruirci campagne elettorali. Ragionamenti e mentalità di una superficialità e banalità tali da trovare consenso dal più chiuso dei leghisti di provincia (mancava solo ci chiamasse brozzoni o kompagni con la k). Quindi forse l’unica maniera per smettere di scomodare ed infastidire questi poveri colletti bianchi sarà quella di continuare ad occupare, in modo da fargli entrare in testa che non esistono solo i molinari, ma quelle proposte sono pratiche di riappropriazione degli spazi usate in tutto il mondo da decine di anni ed abituarli fino a rendere queste notizie poco interessanti e ancor meno commerciabili. Vorrei ricordare che noi soldi e spazi non ne stiamo chiedendo, ci organizziamo facilmente senza nessun aiuto. È stata Valenzano a proporci un dialogo quando si è trovata in difficoltà dopo l’occupazione delle scuole di Viganello. Forse un uomo del suo rango non è in grado di comprendere l’esistenza di persone che la legalità, l’hanno sempre e continueranno a metterla in discussione, mai studiato storia signor direttore? Si ricorda che è il conflitto sociale ad aver portato alla tanto amata democrazia?

Vorrei ammettere però a mister Pelli, direttore del corriere del Ticino, fratello del direttore della programmazione della RSI (ex direttore gruppo radio 3i), figlio dell’ex vicesindaco di Lugano che sotto alcuni aspetti siamo d’accordo.

Ci sono argomenti molto più importanti di cui parlare, noi siamo solo un problema di ordine pubblico, non politico (sigh tutti i politici ne parlano), lo dovreste sapere meglio di noi e se aveste soltanto un briciolo di etica vi spendereste molto di più per cause molto più rilevanti che caratterizzano questi tempi non troppo felici.

Inoltre, concordiamo sicuramente sul fatto che in questo paese la legge e le opportunità non sono uguali per tutti e mentre a Lugano vi lamentate perché uno stabile già fatiscente viene occupato per una notte, a Balerna Novazzano, al centro federale per richiedenti l’asilo, 300 persone vivono sovraffollate in uno stabile che è andato a fuoco parzialmente inagibile. Se già normalmente le condizioni sono invivibili, dove famiglie di diverse provenienze e culture devono convivere nelle stesse stanze e condividere la struttura con adolescenti e giovani adulti che hanno tutt’altri bisogni, dove c’è un solo bagno con 12 cessi per più di 200 uomini e uno per le donne, lascio immaginare la situazione in mancanza di un intero piano. Le persone sono stipate in 14 in stanze da 6 e devono mangiare per terra, in camera o in corridoio perché il refettorio è inagibile. L’aria è ancora irrespirabile e puzza di plastica bruciata e nonostante diverse intossicazioni per il fumo, a nessuno sono stati fatti controlli medici: “prendete questa medicina e state buoni”.

Andate a fotografare lì dentro grandi giornalisti d’inchiesta, come si presenta la celeberrima accoglienza svizzera. Probabilmente al posto di trovare dei gentili agenti di polizia che vi fanno fotografare ovunque vi imbatterete in uno squadrone di Securitas le cui violenze all’interno del centro sono all’ordine del giorno, che vi intimeranno di allontanarvi con non poche minacce. Chiedete alle persone che vivono là dentro quali sono le loro condizioni, come vivono la loro quotidianità, se i loro diritti vengono rispettati. Chiedetevi se è legale riportare a dormire dei bambini la stessa notte in cui poche ore prima si era verificato un incendio.

Parla da sé il silenzio assordante attorno a questa vicenda, a nessuno viene da chiedersi come mai si arriva a bruciare lo stesso posto in cui si vive, a nessuno viene in mente che persone quasi certamente vittime di traumi pesantissimi debbano essere seguite e aiutate, non stipate in lager, minacciate, maltrattate e picchiate. Notizie che non vendono abbastanza.

Probabilmente crescendo in queste condizioni diventa più difficile diventare direttori di un giornale o di una radio. Parlate anche di ciò che è veramente scomodo e smettetela di fare i finti indignati per quattro cagate, risultate banali, noiosi e di un fastidioso perbenismo ipocrita.

Eppure, di edifici vuoti, sfitti, abbandonati, lasciati in decadenza, ce ne sono parecchi. Soltanto a Lugano in due anni e mezzo ne sono stati occupati sette, pensate quanti se ne potrebbero assegnare a queste persone al posto di lasciarli alla minaccia dei molinari.  La proprietà privata però conta più di ogni cosa, anche della vita e della dignità umana. Che schifo.

…la carta è solo carta, la carta brucerà…

SOA il Molino