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Lo Stato italiano tortura! Fuori Alfredo dal 41 bis!

10/01/23 – Comunicato SOA il Molino

Lo Stato italiano tortura! Fuori Alfredo dal 41 bis!

Alfredo Cospito è un compagno anarchico prigioniero in Italia dal 2013 e dal 20 ottobre 2022 ha iniziato uno sciopero della fame – determinato a proseguirlo fino alla morte – per protestare contro il regime di isolamento 41 bis nel quale è rinchiuso e contro l’ergastolo ostativo (pena senza fine che nega ogni misura alternativa al carcere e ogni beneficio penitenziario a chi è stato condannato).  Alfredo è in carcere per un’azione contro la caserma allievi carabinieri a Fossano (CN) che non ha provocato né morti né feriti, ma che la Cassazione ha riqualificato come strage politica con conseguente possibile condanna all’ergastolo ostativo. In Italia in passato neppure per stragi che hanno provocato decine di morti, come quelle di piazza Fontana (1969), per la stazione di Bologna (1980) o per le stragi di Falcone e Borsellino (1992) è stata applicata questa tipologia di accusa.

Da otto mesi si trova isolato in una cella (grandezza due metri per tre) nella sezione del 41 bis nel carcere di Bancali, Sassari per via del suo comportamento e delle sue idee: Alfredo anche dal carcere ha sempre continuato a lottare mantenendo relazioni con il movimento anarchico e contribuendo con scritti e libri.

Il 41 bis è uno strumento di tortura decretato per legge: è un regime carcerario di isolamento adottato nel 1992, come provvedimento temporaneo e di carattere emergenziale, a seguito delle stragi mafiose avvenute in Italia in quegli anni. Col tempo lo Stato italiano lo ha risistemato a suo piacimento, ampliandone l’applicazione a molte categorie di prigionieri e prigioniere.  Le autorità carcerarie determinano ogni istante della vita dei/delle detenut*: isolamento totale per 23 ore al giorno e solo un’ora d’aria con alcun* detenut* scelt* dalla direzione, 3-4 libri al massimo al mese da tenere in cella, una sola ora di colloquio al mese solo con i famigliari dietro un vetro divisorio parlando con un citofono, censura della corrispondenza, divieto di ricevere informazioni sui propri interessi o sul proprio territorio addirittura dai quotidiani (gli articoli “non adatti” vengono ritagliati dalle guardie). Né i familiari né gli avvocati possono portare fuori neppure una parola del/della detenut*, pena denuncia con rischio di condanne da 3 a 7 anni di carcere.

Queste restrizioni non hanno nulla a che fare con questioni di sicurezza: rappresentano invece delle vessazioni gratuite, la vendetta dello Stato. In pratica si vuole seppellire vivo/a il/la prigionier*, annichilendol* e umiliandol*.

Alfredo è un compagno che anche dal carcere ha continuato a lottare, a scrivere e dialogare con i mezzi a sua disposizione con il movimento anarchico internazionale, scrivendo su libri e riviste senza mai abbassare la testa, rompendo di fatto l’isolamento delle mura dietro le quali il potere vorrebbe rinchiudere le sue idee. Ora dal 41 bis sta lottando con l’unico mezzo che gli rimane, il proprio corpo. Dal 20 ottobre è in corso una mobilitazione in Italia e a livello internazionale per portare avanti questa lotta al suo fianco, nel silenzio quasi totale delle istituzioni e dei media, sempre pronti a dare risalto a casi di “barbarie” e torture che avvengono in contesti di paesi lontani dall’Occidente e/o considerati nemici, ma che in questo caso non battono ciglio quando uno Stato europeo condanna a morte un prigioniero nelle sue patrie galere.

Non lasceremo che lo Stato torturatore ed assassino ammazzi nel silenzio un compagno!

Alfredo libero! Solidali con chi lotta nelle carceri!

No al 41 bis e all’ergastolo ostativo!

Liber* tutt*!

S.O.A. Il Molino

Dichiarazione di Alfredo Cospito letta durante l’udienza di appello per il ricalcolo delle condanne nell’ambito del processo Scripta Manent (Torino, 5 dicembre 2022).

Leggo soltanto quattro righe. Prima di scomparire definitivamente nell’oblio del regime del 41 bis lasciatemi dire poche cose e poi tacerò per sempre. La magistratura della repubblica italiana ha deciso che, troppo sovversivo, non potevo più avere la possibilità di rivedere le stelle, la libertà. Seppellito definitivamente con l’ergastolo ostativo, che non ho dubbi mi darete, con l’assurda accusa di aver commesso una “strage politica”, per due attentati dimostrativi in piena notte, in luoghi deserti, che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno e che di fatto non hanno ferito e ucciso nessuno. Non soddisfatti, oltre all’ergastolo ostativo, visto che dalla galera continuavo a scrivere e collaborare alla stampa anarchica, si è deciso di tapparmi la bocca per sempre con la mordacchia medievale del 41 bis, condannandomi ad un limbo senza fine in attesa della morte. Io non ci sto e non mi arrendo, e continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro, per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo paese. Siamo in 750 in questo regime ed anche per questo mi batto. Al mio fianco i miei fratelli e sorelle anarchici e rivoluzionari. Alla censura e alle cortine fumogene dei media sono abituato, queste ultime hanno l’unico obiettivo di mostrificare qualunque oppositore radicale e rivoluzionario.

Abolizione del regime del 41 bis.
Abolizione dell’ergastolo ostativo.
Solidarietà a tutti i prigionieri anarchici, comunisti e rivoluzionari nel mondo.
Sempre per l’anarchia.

Alfredo Cospito