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RITORNO ALLO SPAZIO

Ritorno allo Spazio

Vorremmo dare vita ad un momento di scambio e di riflessione con chiunque sia interessat*  per discutere di un tema particolarmente sentito nell’ultimo periodo: il bisogno di spazi. Vorremmo incontrarci per costruire delle reti solidali di sostegno e di supporto.

Viviamo in un una città pensata per ricch* e turist* in cui ogni esperienza non normata viene ostacolata o repressa e dove le attività proposte sono ridotte, spesso poco accessibili e comunque gestite dall’alto con proposte culturali preconfezionate ed elitarie. Una città esanime, che si spopola alla chiusura dei negozi, piena di parchi semichiusi,  e di luoghi pubblici dove molte attività collettive sono vietate in nome del mantenimento dell’ordine e del decoro. Una città asettica.

Anche a livello cantonale la tendenza é quella di promuovere e soddisfare ogni richiesta con la proposta di mille attività volte al consumismo e a rimpolpare l’economia ticinese. Tutto ciò che non genera profitto viene osteggiato. Per questo lanciamo anche noi un momento per auto organizzarci dal basso tra realtà autonome, indipendenti attive tra cultura e politica.

Si sente troppo spesso addossare alla tecnologia tutte le colpe dell’attuale “pandemia di solitudine’’ e “dell’isolamento sociale giovanile’’ tipico del nostro tempo. Troppo facile constatare che si sia persa la creatività, o la capacità di relazionarsi dal vivo, quando non ci sono dei luoghi e delle premesse che permettano di svilupparle liberamente. La tecnologia é diventata un mezzo alienante in grado di compensare il vuoto sociale e la necessità di conflitto.

In un contesto del genere, l’esistenza di spazi aggregativi di libertà dove potersi esprimere al di fuori di logiche normative e securitarie diventa imprescindibile.

In particolare dopo lo sgombero del Molino e dopo la fine della Straordinaria questa esigenza – culturale, sociale, politica- comune a tant* seppur espressa attraverso una pluralità di metodi e idee, si è fatta sempre più forte e sempre più discussa. Eppure, sembra ci sia ancora chi non riesce o non vuole cogliere il potenziale creativo che esperienze come queste potrebbero stimolare. Lo sterile dibattito sviluppatosi attorno alla “cultura alternativa, alle attività giovanili, al bisogno di spazi” e, in minima e marginale parte, all’autogestione, riconferma la totale confusione attorno a tematiche che dovrebbero essere di liberazione ma che diventano ulteriori forme di controllo e dipendenza.  Media e politici tendono a diffondere una narrazione fuorviante rispetto a queste pratiche – in particolare riguardo a quello dell’autogestione – per dare l’impressione di cercare “soluzioni’’ o per creare una divisione tra “buon* e cattiv*”. Oppure cercano di screditare questo bisogno, ad esempio  riducendolo ad un desiderio esclusivamente giovanile e di luoghi dove fare festa, quando c’è dietro molto di piu.  Si tratta di ripensare il modo di vivere il territorio, di creare degli spazi dove portare un cambiamento culturale e politico, dove ricostruire dei legami (dal basso) che si stanno sgretolando mentre l’individualismo dilaga.

Rivendichiamo insieme il bisogno di riappropriarci degli spazi per restituirgli un significato e viverli diversamente.

Non facciamoci disgregare dalle narrazioni divisive di chi vuole contrastarci perché pretende di disciplinare ed intromettersi in ogni nostra attività.

BISOGNO DI SPAZI(O)

1, 10, 100, 1000 SPAZI!

SOA Molino

ASSEMBLEA PUBBLICA SABATO 13 MAGGIO ORE 16.00 – Lugano