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POPOLO CURDO SOTTO ATTACCO ANCHE IN EUROPA: Raid della polizia in due TV in Belgio, 6 arresti in Francia, 9 tra Ankara e Istambul

– Articolo del 23.04.24

Di Radio Onda D’urto

POPOLO CURDO SOTTO ATTACCO ANCHE IN EUROPA: RAID DELLA POLIZIA IN DUE TV IN BELGIO. 6 ARRESTI IN FRANCIA, 9 TRA ANKARA E ISTANBUL

Nella notte tra lunedì 22 e martedì 23 aprile la polizia belga ha fatto irruzione nelle sedi delle televisioni curde Medya Haber e Sterk tv a Denderleeuw, vicino Bruxelles. Intorno alle 2 di notte, la polizia ha circondato gli edifici dove si trovano le emittenti, immobilizzando la sicurezza e impedendo a lavoratori e lavoratrici di entrare. Il raid della polizia è durato 4 ore, durante le quali sono stati sequestrati computer e altri dispositivi. I poliziotti, inoltre, hanno messo a soqquadro gli studi, distrutto vari strumenti di lavoro, strappato cavi della corrente, divelto porte, provocando importanti danni tecnici ed economici. La polizia belga non ha presentato nessun mandato né ha fornito spiegazioni sui motivi del raid.

Nelle stesse ore, in Turchia, tra Ankara e Istanbul la polizia politica del regime di Erdogan ha arrestato 9 giornalisti curdi di Mezopotamya Agency. Nel frattempo, in Francia, la polizia ha arrestato 6 curdi che frequentano il Centro della comunità curda di Drancy, vicino Parigi, facendo irruzione nelle loro case alle 6 del mattino.

Il tutto mentre l’esercito turco ha lanciato l’ennesima offensiva di invasione sulle montagne del nord-Iraq, il Kurdistan iracheno, nell’area di Metina, contro la guerriglia del Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Non solo, ieri (lunedì 22 aprile) Erdogan è stato in Iraq, a Baghdad e poi a Erbil, capitale della regione autonoma del Kurdistan, governata dai partiti curdi conservatori e filo-turchi come il Kdp della famiglia Barzani. Ankara e Baghdad hanno stretto 26 accordi di cooperazione in diversi settori, dall’acqua alla sanità, dall’energia all’istruzione, ma il vero obiettivo di tutte le parti in causa è la guerra al movimento di liberazione curdo, che guida il processo rivoluzionario confederale dal nord-Iraq al nord-est della Siria, dal sud-est turco al Kurdistan iraniano.

Le stazioni televisive colpite dall’operazione di polizia in Belgio hanno dichiarato: “invitiamo il pubblico a recarsi nei luoghi delle incursioni e a fermare questa azione illegale”. I portavoce dei media hanno inserito il blitz nel contesto di una più ampia operazione di genocidio contro il popolo curdo e hanno dichiarato: “le visite di funzionari del governo turco negli Stati Uniti, in Iraq e in Iran, gli accordi con il KDP in Basur (Kurdistan iracheno) e la visita del presidente turco Erdogan in Iraq e alla famiglia Barzani sono gli ultimi tentativi di realizzare questo annientamento”. L’attacco di invasione a Metina rappresenta la dimensione militare di questa operazione di annientamento.

“Condanniamo questo attacco illegale e antidemocratico, che ha preso di mira i nostri media liberi, che rappresentano la voce del popolo curdo”, hanno dichiarato i giornalisti di Medya Haber e Sterk tv in una conferenza stampa organizzata dopo i raid polizieschi. “La tempistica dell’incursione – continuano – coincide con la Giornata del giornalismo curdo e con il 126° anniversario dei primi media curdi, ed è particolarmente significativa perché in continuità con altri attacchi organizzati contro la stampa curda: la polizia turca ha fatto irruzione nelle case dei giornalisti curdi in Turchia nello stesso momento”.

Non abbiamo dubbi – affermano inoltre gli esponenti dei media curdi – che questo attacco sia il risultato di relazioni sottobanco con il regime turco di Erdogan. Chiediamo quindi al governo belga di chiarire la natura delle sue relazioni e dei suoi negoziati con la Turchia. Consideriamo queste incursioni, condotte senza mandato, una violazione della legge e i nostri avvocati apriranno immediatamente un procedimento contro questa incursione illegale”.

La Turchia sta esportando la sua guerra anti-curda in Europa“, denuncia il Congresso nazionale del Kurdistan (KNK), chiamando il popolo curdo e le persone solidali alla mobilitazione anche in Europa e chiedendo alle autorità belghe di non permettere ad Ankara di portare il conflitto in Belgio.

Abbiamo fatto il punto della situazione con Yilmaz Orkan, dell’Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia. Ascolta qui